Vigna

Il vigneto di Lambuschi antichi, Ancellotta e Trebbiano modenese produce ogni anno le uve più caratteristiche e tradizionali delle nostre zone: roba ruspante! Questa vigna famigliare riceve minimi trattamenti di rame e zolfo, non viene diserbata né concimata: è il sovescio seminato tra i filari a darle nutrimento grazie agli sfalci, ed è la siepe autoctona che la circonda, prezioso rifugio di biodiversità, ad offrirle la miglior difesa integrata dai parassiti. Le #Api Felici sono fondamentali per la vigna: non solo ne favoriscono l’impollinazione, ma producono anche la preziosa propoli che, ridotta in soluzione, si utilizza per rinforzarne il sistema immunitario. Dopo tanti corsi e ponderose letture abbiamo capito che il benessere delle piante è alla base della loro resilienza, ed è la via per ridurre al minimo il ricorso alle medicazioni chimiche. Come coccoliamo le nostre viti? Operando una potatura invernale a guyot rispettosa dei flussi linfatici e un’attenta vendemmia manuale. In settembre, i grappoli vengono mostati e torchiati artigianalmente per alimentare le produzioni della cantina e dell’acetaia.


Nell’acetaia invecchiano l’aceto forte, prodotto dalla torchiatura dei Lambruschi, e l’aceto balsamico tradizionale, derivato dalla bollitura del mosto di Trebbiano. L’acetificazione di entrambi è operata da ceppi batterici qui selezionati nel tempo: con fatica e molta molta (molta!) pazienza, senza alcun innesto proveniente dall’esterno. E’ stata dura, e soprattutto lunga, ma alla fine abbiamo ottenuto un aceto genuino che col trascorrere delle stagioni si profuma d’armonia: vera espressione naturale di un’eccellenza locale emiliana.

IMG-20151215-WA0003

Con metodi rigorosamenti artigianali e fieramente manuali si vinifica, per autoconsumo famigliare e condivisione conviviale, l’Imprecazione, un Lambrusco secco senza solfiti aggiunti nè sofisticazioni di alcun genere: è l’orgoglio della casa. La caratteristica spuma è ottenuta attraverso il metodo ancestrale della rifermentazione in bottiglia con mosto originario, e andiamo fieri del nostro “fondo”: sono le fecce, che testimoniano una fermentazione ad opera di lieviti autoctoni e l’assenza di filtrazioni. Un vino genuino che diventa sincero ambasciatore del connubio tra natura e cultura nella nostra terra; il prodotto contadino per eccellenza che, nel tempo mai uguale a se stesso, non occulta ma anzi testimonia le differenze tra le varie annate agronomiche e combatte la sua battaglia contro l’omologazione del gusto e la standardizzazione dei sapori.